Tante volte mi sono trovata nella “brutta” situazione di dover dire ad un cliente. “mi dispiace, ma i suoi redditi non verranno valorizzata dalla banca se viene pagato in contanti dal suo datore di lavoro, la busta paga non è elemento probatorio quanto invece la tracciabilità del suo pagamento…”
La prassi del pagamento in contanti del lavoratore è maggiormente diffusa nel Sud ed è una prassi che talvolta nasconde il cosiddetto lavoro “grigio”, ovvero un pagamento in contanti inferiore rispetto a quanto previsto dalla contrattazione collettiva e dunque dalla busta paga elaborata.
Da luglio 2018 non avremo più questo problema. Seppure con tantissimo ritardo, ci si è resi conto che tale comportamento dei datori di lavoro arrecava danni al lavoratore sia nel suo presente violando l’art 36 della costituzione rispetto al diritto di una proporzionata retribuzione sia per il suo futuro non consentendogli di realizzare investimenti.
Da luglio in poi la busta paga dovrà essere pagata o con bonifico, o con assegno bancario o circolare, o con strumenti di pagamento elettronico, o infine in contanti ma solo presso uno sportello bancario/postale dove il datore di lavoro abbia aperto un conto corrente di tesoreria con mandato di pagamento.
Adesso finalmente più mutui per tutti!